O
perfettissimi adoratori del neonato Messia, Santi Magi, veri modelli
del cristiano coraggio, che nulla vi sgomentò del gravoso viaggio e
che prontamente al segno della stella.
Seguiste
le divine aspirazioni, ottenete a noi tutti la grazia che a vostra
imitazione
s’abbia
sempre di andare a Gesù Cristo e di adorarlo con viva fede, quando
entriamo nella sua casa e gli offriamo
continuamente l’oro della carità,
l’incenso dell’orazione, la mirra della penitenza e non
decliniamo giammai dalla strada della santità, che Gesù ci ha
insegnato così bene col proprio esempio, prima ancora che con le
proprie lezioni;
e
fate, o Santi Magi, che ci si possa meritare dal Divin Redentore le
sue elette benedizioni qui sulla terra ed il possedimento poi della
gloria eterna. Così sia.
E se venisse dove
nascerebbe? Forse di nuovo a Betlemme? Ma la riconoscerebbe?
Certamente sarebbe molto
diversa dalla città che lo ha visto nascere, ma non nelle strutture,
ma nella paura, nella paura di essere ebreo, nella paura della morte
violenta, nella paura del vicino, dell'uomo o della donna che gli
passa accanto, non nascerebbe in una grotta, forse in un palazzo del
centro o della periferia della città, forse in un Kibbuts, forse in
una villa.
E se scegliesse Roma?
Eh? Il centro del cristianesimo, centro dell'umanità, e anche qui
dove vedrebbe la luce? In una clinica , in un ospedale? In un campo
Rom, e chi lo difenderebbe dal razzismo? Dall'incuria!
Dall'indifferenza! Dalla cattiveria!
Ma ci sarebbe qualcuno
che alla nascita come a Betlemme lo riconoscesse? Chi sarebbero oggi
i Magi, i Saggi che accompagnati da una stella andarono ad adorarlo?